Finalmente anche il Ministero della Salute si è accorto dell’abuso dei parti cesarei!
Martedì 14 Febbraio 2012 pubblicato da: La Redazione di Tuttosteopatia.it
Al via i controlli dei carabinieri del Nas nelle strutture pubbliche e nelle cliniche private italiane per accertare un eventuale eccesso di parti cesarei in corsia. A lanciare l’allarme, venerdì scorso, il ministro della Salute, prof. Renato Balduzzi, il quale ha disposto che i carabinieri svolgeranno azioni di controllo a campione, acquisendo fotocopia della cartella clinica e della documentazione ecografica della paziente.
Nell’occhio del ciclone, Puglia, insieme a Campania e Sicilia: le regioni italiane con il più alto tasso di ricorso al taglio cesareo. Scorrendo i dati dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali è lampante il solito divario tra nord e sud: si va dal 23 per cento del Friuli al 28 per cento del Veneto. Il record è della Campania con il 62 per cento, seguita da Sicilia (53 per cento) e Puglia dove, solo nel 2007, si è registrato il 49,2 per cento di tagli cesarei (fonte OER Puglia), dato in crescita negli anni a seguire.
Nella sola regione Puglia, per intenderci, ogni 100 nascite, il 46,7 per cento avviene con il parto cesareo, su 37mila parti 17mila sono cesarei.
Se pensiamo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità fissa la 15 per cento il tetto massimo di parti cesarei, si comprende il perché di questa disposizione ministeriale che invia i Nas direttamente nei reparti di ostetricia delle strutture sanitarie di ricovero e cura pubbliche e private accreditate con il Servizio sanitario nazionale.
Puglia: partiti i controlli dei Nas
Proprio in Puglia, per esempio, sono 42 i centri parto (di cui 10 privati accreditati) che da oggi verranno ispezionati (a Bari e nella provincia Bat). Solo al Di Venere di Bari il 62 per cento delle nascite avviene con il parto cesareo, al Policlinico l’asticella di ferma al 43 per cento, ad Altamura al 31 per cento (fonte: corrieredelmezzogiorno.it).
Non va meglio a Foggia, dove nelle case di cure riunite Villa Serena e Nuova San Francesco, istituto privato accreditato, hanno fatto quasi il pieno di parti cesarei: 95,45 per cento. Non sono riusciti a fare di meglio al San Camillo di Taranto, fermi all’80 per cento.
Perché si abusa con i cesarei
La ragione è economica: un taglio cesareo viene rimborsato all’ospedale dal sistema sanitario come un’operazione chirurgica, in media da 1600 a 2700 euro a seconda delle Regioni, mentre per uno naturale si va da 1200 a 2000 euro. Inoltre quasi la metà dei punti nascita effettua meno di 500 parti all’anno, il che implicherebbe una maggiore propensione dei medici meno esperti a utilizzare il cesareo, per evitare possibili contenziosi (fonte: Repubblica.it).
In Puglia, intanto, sta per andare a regime il piano che prevede il taglio dei punti nascita nell’ambito dell’accordo Stato-Regioni del 2010 (scarica qui il documento). Alcuni punti nascita andranno accorpati con i centri di neonatologia, quelli da 500 parti annui sono destinati a chiudere (in Puglia sono 12).